La Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità è stata proclamata nel 1981 con lo scopo di promuovere i diritti e il benessere dei disabili.
Riflettere su tali diritti è un’opportunità di trasformazione verso una società sostenibile e resiliente per tutti. Una società sostenibile è una società che offre l’occasione di valorizzare in tutti gli ambiti sociali il diritto degli individui ad una partecipazione piena e attiva alla vita culturale, lavorativa, artistica e sportiva.
La giornata del 3 dicembre deve ricordarci l’importanza di valorizzare ogni individuo, di abbattere le barriere che limitano diritti fondamentali dell’uomo e occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della dignità e i cambiamenti necessari al miglioramento delle condizioni di vita delle persone con disabilità.
In risposta a tale necessità l’AIPD riconosce come strumento fondamentale per valorizzare la persona con disabilità, l’autonomia. Una persona autonoma è una persona consapevole di sé, dei propri punti di forza e dei propri limiti, è una persona capace di scegliere e di prendere decisioni per dare una direzione coerente con i propri desideri alla propria vita.
È un dato ormai acquisito pensare che con l’avanzare dell’età cronologica vi sia un percorso di crescita dal punto di vista dell’autonomia. Ma questa crescita non è mai semplice e avulsa da difficoltà, soprattutto quando il bambino che cresce è una persona con disabilità intellettiva e il timer biologico sembra che faccia strani scherzi.
Citando le parole di Hanna Arendt, “la persona è l’individuo più i suoi diritti” e oggi è necessario riconoscere un’adultità e un autonomia possibile per la persona con disabilità. Questo non vuol dire che tutte le persone con disabilità raggiungano le medesime tappe (un lavoro, una casa, una vita di coppia), ne tantomeno che queste siano necessarie per essere considerato un adulto. Si può essere “grandi” in modi differenti. Il soggetto è autore della propria età e l’adultità non è un dato rigidamente prestabilito a cui conformarsi in base alla variante anagrafica o alla capacità cognitiva, ma piuttosto un compito, una trama da interpretare all’interno di un contesto sociale aperto e inclusivo.
Questo, quindi, è lo scopo principale di AIPD, ovvero riconoscere l’importanza della relazione e di un contesto capace di offrire questa possibilità per la persona con disabilità di vedersi adulta nello sguardo dell’altro.
Soltanto così possiamo riconoscere e comprendere i loro diritti.